Davide: strumento di prevenzione, non di censura o repressione
I ragazzi devono essere informati sul funzionamento del filtro e condividerne l'uso. Il filtro dei contenuti di Internet puņ essere usato in modo repressivo oppure in un sistema preventivo in una "rete umana" educativa.
Nel primo caso i ragazzi indispettiti dal blocco dei contenuti si mettono in sfida con il filtro vissuto come "censura" ed attuano meccanismi di contrasto tali da vanificare l'effetto positivo dello stesso. La rete filtrata non deve essere vissuta dal minore come censura robotizzata e impersonale ma come protezione attiva.
Per questo č necessario affiancare l'azione di blocco dei contenuti con strumenti di dialogo e persone preparate e capaci che diano modo ai ragazzi di esprimere interrogativi, dubbi e riserve e di ricevere risposte adeguate e tempestive (compreso lo sblocco del documento da parte dei genitori).
Le pagine di cortesia che avvertono del blocco danno spiegazioni chiare di ciņ che sta avvenendo e specificano la categoria in cui il documento richiesto č stato inserito. Dalla stessa pagina di cortesia si puņ richiedere lo sblocco del documento richiesto, se esso č considerato non dannoso ai minori.
Inoltre i ragazzi hanno a disposizione un numero telefonico per assistenza gratuita, oppure messaggistica e se lo desiderano possono usare la posta elettronica attraverso il modulo dei contatti.
La black list puņ essere vissuta negativamente dal minore e quindi risultare non educativa se non si mette in atto un sistema preventivo volto ad offrire al ragazzo il meglio della Rete ed i supporti umani e tecnici atti ad ottenerne il consenso e la fiducia.
Il metodo preventivo
Prevenire il rischio