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Eluana Englaro: i ragazzi ci ascoltano
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La vicenda di Eluana Englaro non passa inosservata agli occhi dei ragazzi che ci scrivono le loro domande. La nostra Associazione invita ad una comunicazione più chiara e attenta. I ragazzi hanno bisogno di capire, non di essere ingannati.
Pubblicata il 07/02/2009
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LEGGI I COMMENTI
Oggetto: segnalazione
A Caltanissetta vive Antonio Allori un ex carabiniere che ora vive a casa perchè ha la SLA. E' stato intervistato ha proposito del caso Eluana e ha rilasciato un'intervista molto bella e credo utile per scuotere i cuori induriti. Lui riesce a comunicare con il compiuter tramite un mouse speciale. chiedo: potreste segnalare il suo video? "youtube" "io e la SLA" .
grazie per l'attenzione.
Postato da:
fabio
Oggetto: Eluana
Da due anni sostengo l'associazione Davide.it perché considero la sua opera nel mondo di internet fondamentale per i giovani ed i bambini ma ritengo che il vostro articolo sul caso di Eluana Englaro sia fuorviante, inesatto e non rispettoso per il dolore di chi ha amato e vissuto il suo dramma come nessuno di noi potrà mai sapere.. e mi riferisco al padre di Eluana.
Parlare di GRAVE HANDICAP nel caso di Eluana è fuorviante perché paragona la sua situazione a quella di tantissimi disabili gravi che vivono però una realtà molto diversa.
Il riferimento alla CINA in cui si espiantano organi ai detenuti è altrettanto fuori luogo perché sembra voler aggiungere un tono di orrore e sdegno per una cosa che non c’entra niente con questa vicenda di estremo dolore..
Che lei non sia cosciente è cosa assodata anche dal mondo scientifico e dire che un padre voglia togliere acqua e cibo perché erroneamente la considera già morta significa ridurre banalmente un dolore che andrebbe, se non ascoltato e compreso, almeno rispettato..
Postato da:
Cristiano Baraghini
Oggetto: Eluana è stata
uccisa
Perchè, quando si è di fronte ad un fatto oggettivo e non si sa come giustificarlo, bisogna sempre ipocritamente per forza negare l'evidenza e fare tanti giri di parole? La povera Eluana Englaro, è stata oggettivamente uccisa di fame e sete per volontà di suo padre, con l’ausilio di una equipe medica e con l’accorato sostegno di gran parte dell’opinione pubblica.
Pur rispettando il dolore ed il calvario personale del genitore, non ci si può esimere dal considerare il fatto per quello che è realmente, al di là di ogni pretestuoso ragionamento: che si voglia riconoscerlo o no, è stato un omicidio senza mezzi termini, in quanto l'inconsapevole Eluana è stata privata dell'alimentazione che le ha consentito, pur nella sua drammatica condizione, di vivere per 17 anni.
Nemmeno i veterinari, quando sopprimono le bestie malate, usano questi metodi: se facessero morire di fame e sete un animale, si leverebbero subito le proteste dell'opinione pubblica e degli animalisti per denunciare una pratica simile.
Le stesse voci, magari, che oggi si scagliano contro chi ha difeso strenuamente, anche se inutilmente, il diritto alla vita di Eluana.
Tutto è tragicamente molto chiaro, per chi abbia occhi per vedere ed onestà per farlo.
Ciononostante i macabri cori a difesa del Dottor Morte si sono levati da più parti, accusando con violenza i difensori della vita e assolvendo, invece, coloro che l'hanno soppressa.
D'altra parte ciò non deve stupire troppo: questa categoria di persone, fautrice di un malinteso senso del progresso umano che si fa detentore del potere della morte altrui, è la stessa che, nel corso di una trentina di anni, è stata favorevole alla soppressione di centinaia di milioni di bambini uccisi nel grembo materno dalle proprie stesse madri, con il "legale" apporto tecnico di tanti medici e di precise leggi statali.
Eppure, al giorno d’oggi, ben pochi si fanno portavoci del grido di dolore silenzioso di questi bambini, ai quali viene egoisticamente negato il diritto a proseguire la propria esistenza, soppressi non per mancanza di alimentazione, ma con tecniche mediche ugualmente raccapriccianti.
In entrambi i casi, l’uomo diviene odiosamente detentore del potere di morte di altri esseri umani, impossibilitati a difendersi ed a far valere la propria volontà.
Che dire di fronte a questa società drammaticamente malata, contaminata da una pericolosa e delirante cultura della morte, spacciata per "cosa buona e giusta" ?
Una società figlia di un volontario allontamento da Dio, con il preciso intento di togliere di mezzo ogni traccia dei valori a difesa della vita propri del cristianesimo.
Una società che, attraverso l’autolesionistica pretesa di "ribaltare le regole", imponendo la morte come soluzione e combattendo chiunque osi difendere la sacralità e l'intoccabilità della vita umana, è destinata inevitabilmente all’eutanasia di sé stessa.
Ed è triste notare come, in seguito alla morte della povera Eluana, i fautori della sua soppressione abbiano cercato di spostare subito l’attenzione verso altre direzioni, gridando la propria rabbia accusatoria ed il proprio imbarazzo, nei confronti dei loro ormai tradizionali e consueti avversari, considerati i veri “nemici del bene” e della società: Berlusconi e la Chiesa.
In particolare, il violento attacco contro la Chiesa, sempre accusata di interferire, ha qualcosa di paradossale proprio perché proviene da chi si fregia di essere il paladino di ogni libertà di coscienza e di espressione.
La palese contraddizione viene alla luce ogniqualvolta la Chiesa esprime le proprie opinioni in tema etico a difesa della vita: subito si innesca il sistematico attacco anticlericale, tipico ed ormai cronico atteggiamento di chi pretende, in nome della (propria) libertà di esprimersi ed agire liberamente senza limiti, negando però la stessa libertà di opinione a chi la pensa diversamente…
Reputo anche preoccupante che i medici, deontologicamente votati a preservare la vita delle persone, divengano (come già succede, peraltro, nell'aborto) autori materiali della soppressione di vite umane, all'insaputa e contro la volontà delle vittime.
E non confondiamo l'eutanasia con l'accanimento terapeutico: sono situazioni ben diverse, tanto che sul fatto di evitare l'accanimento terapeutico ai malati terminali o con particolari gravi malattie, sono tutti concordi.
L’eutanasia appartiene ad una cultura della morte che ritengo inaccettabile, ma quella addirittura procurata ad altri, senza alcun consenso e spacciata come atto di pietà, oltre ad essere una vera e propria ipocrisia aprirebbe le porte ad una serie di tragiche conseguenze: se bastasse, infatti, la sofferenza di una persona per autorizzare qualcun'altro "per pietà" ad ucciderla (di fame o sete, come nel caso della povera Eluana, o con una iniezione mortale), non ci saranno più limiti.
Quale grado di sofferenza sarà "per legge" sufficiente a consentire l'omicidio?
Ad esempio, un genitore dopo che già oggi ha acquisito il potere di far uccidere il proprio figlio nel grembo materno, un domani avrà anche il potere di vita o di morte su di esso in caso di malattia decidendo che la sua vita, ad un certo punto, non sia più degna di essere vissuta?
Ed, analogamente, un figlio nei confronti del padre anziano malato di Alzheimer?
Sarà considerata, inoltre, solo la sofferenza fisica o anche quella morale, dato che spesso il cosiddetto “mal di vivere” è anche peggiore del male fisico?
E si potrebbe andare avanti ad oltranza con tante altre domande, alle quali si potrebbero dare mille risposte diverse, ma chi può stabilire quale sia quella giusta?
Impossibile trovarla in una società che si sta dirigendo verso un totale relativismo etico e che rifiuta la legge naturale stabilita dal Creatore, unico titolare del “libretto delle istruzioni” per un corretto funzionamento del mondo.
E’ evidente che una volta superato il primo scoglio verso l’eutanasia, il rischio di andare alla deriva attraverso un progressivo spostamento ad oltranza delle condizioni, è inevitabile: con quali conseguenze?
Viviamo in un periodo cruciale per l’umanità ed ognuno di noi ha una grande responsabilità, senza possibilità di nascondersi.
La scelta, in realtà, è una sola: cultura della vita o cultura della morte. Bianco o nero, senza mezze misure e filosofismi di sorta.
P.S. E' imbarazzante per qualcuno citare la Cina dove la vita viene calpestata in maniera sistematica? C'entra eccome l'accenno alla Cina dove vengono soppressi dallo Stato, oltre ad una numerosa serie di categoria di persone adulte ritenute fastidiose, anche decine di milioni di bambini in grembo materno oppure, come Eluana, ridotte in malattia...
Cerchiamo, almeno, di non sopprimere anche la verità!
Postato da:
Francesco
Oggetto: che titolone
Ma si rende conto di quale linguaggio lei sta' utilizzando, le persone che uccidono sono altre sono quelle persone che vanno in televisione utilizzando la sofferenza di chi sta' male per creare vantaggi personali, Eluana era 17 anni attaccata ad una macchina lei sa' quanto ci guadagnano ci guadagnano chi commercia in macchinari industrie farmaceutiche e altri. E quale era la vita se la si può chiamare vita CHE CONDUCEVA ELUANA ME LO SPIEGA. Sarebbe bene denunciare chi uccide veramente, chi vende le vite umane per il traffico di organi sono bambini ma siccome la maggior parte sono bambini poveri nessuna sa' della loro esistenza. Uccidere quanti bambini vengono profanati e uccisi dentro e i responsabili chi sono.
Sono d'accordo quando dice legge naturale del Creatore e infatti basandosi sulla legge naturale Eluana ha vissuto 4 giorni ma in che modo, non parliamo di un ammalato terminale al quale si può solo stare vicino cercando di alleviare il dolore con la speranza che qualcosa cambi parliamo di un essere umano ELUANA costretta alla vita senza avere nessuna coscenza. A me viene da dire povera Eluana povero padre e povera madre sicuramente ora Eluana è vicino a Dio finalmente libera da ogni sofferenza e da ogni esperimento, rinata a nuova vita, del resto anche Dio dovette lasciare andare suo figlio Gesù per poi riaverlo vicino. Un abbraccio e senza rancore un amica
Postato da:
francesca
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