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Profilazione e pubblicità non desiderata 08:00 - 30 Aprile 2012

Noi siamo una fonte infinita di informazioni per gli esperti del marketing. Per questo, ogni nostro movimento sul web viene scrutato e catalogato. Vediamo di cosa si tratta.
Non c'è bisogno di andare tanto lontano. È sufficiente fare un paio di ricerche sul web per accorgersi che siamo stati seguiti e scrutati con molta attenzione. Basta andare su normali siti di viaggi, di case, di automobili e poi fare una ricerca qualunque su Google. Si noterà subito che il lato destro della pagina, come per magia, presenta tutta una serie di rinvii a viaggi, case, automobili. Esattamente ciò che abbiamo cercato in precedenza.
Questo modo di raccogliere informazioni, per il quale non c'è nessun avviso o richiesta di permesso, si chiama “profilazione”. Mentre navighiamo viene realizzato il nostro profilo, viene raccolta la nostra cronologia, il numero di siti, i salti fra uno e l'altro, e le operazioni che abbiamo svolto, come un abito su misura. Poi si mettono in moto gli algoritmi. Un software studia tutti questi dati e alla fine ci viene proposto un messaggio pubblicitario che dovrebbe corrispondere ai nostri interessi. Ed ecco, bella e pronta, una pubblicità indesiderata che non abbiamo mai chiesto.
Tutto questo è possibile, grazie ad una serie di piccoli file rilasciati dai siti durante la navigazione, chiamati “cookie”, e da altri, i “log” che invece vengono inviati al server del provider. In entrambi ci sono brevi, ma essenziali informazioni sul nostro stile di utilizzo del web. In realtà sono file utili, perché ci semplificano di molto la vita, permettendoci di risparmiare tempo quando torniamo su pagine che frequentiamo spesso. È il caso, ad esempio, di quando il nostro indirizzo di posta o di accesso in qualche social viene riconosciuto in automatico. Va da sé, però, che un utilizzo improprio da “parte di terzi” è al limite con la privacy, se non addirittura un gradino più in là.
In questo caso non c'è filtro che tenga, perché anche i siti “buoni” rilasciano cookie. È vero, ci sono fornitori di servizi all'apparenza molto utili, che impediscono l'apertura di banner pubblicitari o l'apertura delle cosiddette “finestre pop-up”, ma spesso sono invasivi e poco elastici (vedi i Fool DNS). Non resta che fare molta attenzione, dunque, cancellare periodicamente i “file temporanei di internet” e informarsi con costanza. Navigare sicuri, vuol dire anche conoscere (almeno un poco) le tecnologie che si stanno usando.
I filtri famiglia, però, svolgono un'attività essenziale verso tutti quei siti che rilasciano “cookie” non autorizzati, nocivi e nascosti. Più un sito è illecito, e più è facile che contenga strumenti contro chi ci capita. Certo, con un paio di mosse si potrebbe impedire ai “cookie di terze parti” di installarsi sul nostro computer, ma è un'operazione che lo stesso web scoraggia. Facendolo, molti siti come Facebook, Ebay, PayPal, e molti servizi di Google, non funzionerebbero più.
Inoltre, la legislazione su questo tema è ancora troppo complessa e variegata per poter dare risposte certe. Ogni giorno, infatti, nascono nuove tecnologie informatiche che andrebbero classificate, valutate o detronizzate. Ma il tempo di studiarle è molto più lungo della loro capacità di fare danno.
Staremo a vedere. Nel frattempo, proteggete la vostra famiglia con un filtro sicuro, approvato. E soprattutto informatevi: il computer e il web non sono uno scherzo.
Buona navigazione sicura a tutti.


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