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L'UE desidera che la censura non diventi un pericolo per la libertà di espressione. Potrebbero essere coinvolti anche i filtri famiglia?
La notizia è dell'ultima ora e ancora non riusciamo a prevederne le conseguenze. L'Unione Europea desidera regolare con precisione maggiore la censura on-line. Dopo una votazione che ha visto 580 favorevoli alla promulgazione di nuovi leggi in materia e 28 contrari, le prospettive potrebbero essere diverse.
In generale, la UE vorrebbe che la censura non diventi un pericolo per la libertà di espressione. Il tutto con una serie di disposizioni pronte già entro il 2013. Nel particolare, invece, verrà regolamentato anche il mondo dei filtri tecnologici per una navigazione sicura. Questi tre termini “sicurezza” e “censura” e “privacy” diventeranno molto famigliari nei prossimi mesi a tutti gli internauti, soprattutto per le scintille che faranno fra di loro. Sarà sempre più complicato comprendere dove finisce la sicurezza e dove inizia la censura, e la soglia che divide sicurezza da privacy. Il governo Monti, proprio in questi giorni, sta vagliando l'ipotesi di semplificare la materia in fatto di “privacy”, così come sottolineato da Feder Privacy, e ancora non si capisce cosa succederà. Secondo l'ONI (OpenNet Initiative), i livelli di controllo attuali sono 4.
1. Blocchi o filtri governativi direttamente sulle tecnologie per l'accesso a internet;
2. Blocchi o filtri governativi sui providers e sulla fornitura di servizi;
3. Blocchi o filtri da parte di enti pubblici e privati (aziende, scuole, ecc.) tramite l'installazione di software. Il blocco avviene direttamente sui siti;
4. Blocchi o filtri individuali sul proprio computer, tramite l'installazione di software. Anche in questo caso il blocco avviene direttamente sui siti.
Gli ultimi due punti riguardano filtri come Davide.it che si occupano di tutelare la navigazione per gli utenti più giovani. Se dovesse cambiare la legislazione in questi due ambiti, i nostri figli potrebbero essere immediatamente esposti agli attacchi di una rete che consente tutto. E questo per tutelare la non-censura. Va subito detto che un filtro famiglia o per le scuole viene installato consapevolmente dagli utenti, quindi con il loro consenso. Come un antifurto.
Ma il problema potrebbe essere un altro. E se passasse il messaggio che, per garantire la libertà, è meglio la non-censura piuttosto che la protezione? Come proteggersi dalla libertà di attacco altrui? Come dire ai giovani che li si vuole proteggere da contenuti violenti, e che lo si vuole fare senza ledere la loro libertà?
Non sarà un argomento facile da risolvere.