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Nuove tecnologie, nuove relazioni 17:16 - 7 Dicembre 2008

Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo e di amicizia è essenziale per un uso positivo della rete: Piercesare Rivoltella, docente alla Cattolica di Milano riflette sulle mutazioni prodotte dai nuovi media nelle relazioni personali.
Lo scenario attuale della comunicazione è attraversato da profonde quanto rapide trasformazioni. Si tratta anzitutto di trasformazioni tecnologiche. La miniaturizzazione dei dispositivi li rende sempre più leggeri e portabili. Questa portabilità è poi sostenuta ed
incoraggiata dalla connettività: grazie ai nuovi protocolli di comunicazione (come l’UMTS per il telefono cellulare) e alla disponibilità sempre più estesa delle reti wireless, si necessita sempre meno di un punto “fisico” per avere accesso alla Rete. E proprio lo spazio della Rete, con la rivoluzione del cosiddetto Web 2.0, sta diventando la nuova vera piattaforma dei servizi di informazione e di comunicazione: in Rete disponiamo di spazio in cui archiviare i nostri documenti, in Rete troviamo gli applicativi per scrivere, comunicare, fare ricerche, in Rete si organizzano le nostre reti sociali (il Social Network, altra parola-chiave di questo scenario).
Proprio quest’ultimo aspetto credo rappresenti il “nuovo”, ben colto dal messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: nuove tecnologie oggi significa nuove relazioni. Di tali relazioni colgo almeno tre aspetti rilevanti.
Il primo è la possibilità di condividere contenuti ed esperienze. Il nuovo scenario tecnologico è relazionale perché ci consente con una facilità mai prima sperimentata
di mettere in comune con altri le nostre idee, le informazioni di cui disponiamo, il racconto delle nostre vite. È quanto si può fare oggi con un wiki, in un blog, o grazie ai molti strumenti che consentono di “appendere” in rete fotografie, video, materiali.
In un secondo senso, la relazionalità può essere trovata nella possibilità di attivare comunicazione reale attorno a questi contenuti. Le informazioni disponibili possono essere commentate, segnalate ad altri, etichettate (tag) perché possano essere più facilmente
ricercate. Non si tratta di informazioni inerti ma vive, rese vive dalle attività comunicative che vi si svolgono attorno.
Infine, la relazionalità va cercata nella dimensione sociale, cioè nella possibilità che la tecnologia offre di tenere allacciati legami, di recuperarne altri che avevamo perso, di prolungare nel tempo dell’assenza quelle relazioni che nel tempo della presenza normalmente viviamo. Vale per il telefono cellulare (peraltro sempre meno telefono e sempre più macchina multimediale fatta per usi diversissimi), ma vale anche per il Social
Software (da MSN a Facebook): si tratta di vere e proprie protesi sociali, non più strumenti estranei nella loro artificialità ma vestiti tecnologici che prolungano le nostre possibilità di relazione.
Possibilità meravigliose, dunque, che vanno educate e mantenute, soprattutto in ordine a due punti di attenzione.
Il primo. La conformazione di queste tecnologie per così dire estroflette la socialità, vive di una spinta fortissima alla collocazione della relazione nello spazio pubblico. Vale per la bacheca di un Social Software, dove scrivo a qualcuno letto da tutti, ma vale anche per
il telefono mobile, che non sceglie di suonare solo quando siamo soli e possiamo parlare liberamente.
Il secondo. La marcata autorialità (ovvero il fatto che con grande facilità possiamo produrre e pubblicare contenuti) ancora una volta ci espone nello spazio pubblico, esigendo la riflessione sul contenuto, la sua forma, la modalità in cui è espresso.
In entrambi i casi il rispetto diviene categoria etica fondamentale.Solo attraverso di esso si
apre lo spazio del dialogo e dell’amicizia.

Piercesare Rivoltella
Università Cattolica
S. Cuore - Milano


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