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L'Interactive Entertainment Merchants Association (IEMA), associazione statunitense di rivenditori di videogame, ha criticato gli sforzi californiani di legiferare contro la vendita di videogame ai minori,
descrivendo i provvedimenti come "frivoli e irresponsabili".
Descrivendo il progetto di legge proposto all'assemblea legislativa della stato, l'associazione si è espressa così attraverso il suo portavoce, Hal Halpin: "Un corso legislativo che ancora una volta si rivela anticostituzionale. Si tratta di politiche 'me-too' ('anche io', NdR) in un vano tentativo dei politici locali di conquistare qualche alta vetta della morale quando chiaramente non ce ne sono disponibili". Evidente la frecciata a Leland Yee, che ha proposto la legge.
Yee, psicologo dell'infanzia e membro dell'Assemblea dello stato della California, aveva proposto una legge simile nel tentativo di vietare la vendita di giochi violenti lo scorso anno. La legge non è passata, ma è stata approvata una seconda proposta che richiedeva una visualizzazione e una spiegazione più chiare del rating ESRB.
Questo secondo tentativo è stato approvato dalle associazioni Genitori-Insegnanti e delle Ragazze Scout. I sostenitori della proposta sono convinti che la scelta di nuovi termini nella formulazione del testo sarà sufficiente a farla passare all'Assemblea, stavolta.
Il decreto vorrebbe la classificazione come "materiale dannoso per i bambini" di ogni videogame che "raffiguri il serio ferimento di esseri umani in modo efferato, atroce o crudele". Le multe per i venditori che ignorassero il divieto di vendita ai minori possono arrivare a 1000$.
Secondo Halpin il decreto è assolutamente non necessario, viste le misure cui volontariamente i venditori si sottopongono: "Yee sa bene che le aziende che appartengono a IEMA hanno da poco implementato regolamenti a livello nazionale per inibire la vendita di giochi classificati M ai minori; questo rende il suo provvedimento ridondante, completamente superfluo, un frivolo e irresponsabile spreco di risorse dei contribuenti. La conclusione sull'argomento è che i rivenditori hanno fatto pubblica promessa di alleanza con i genitori, e francamente non si può imporre per legge di essere buoni genitori. Ancora una volta diamo il benvenuto a controparti responsabili interessate a fare la differenza lavorando con noi, piuttosto che inseguire un iter legale che si è dimostrato ancora una volta incostituzionale".
Le corti di diversi stati dell'unione hanno già bloccato precedenti tentativi di legiferare su restrizioni nella vendita di videogiochi violenti a minori sulla base che queste leggi violerebbero i diritti costituzionali alla libertà di espressione dei creatori di videogame.