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Sulla nuova edizione di Lucigno su Italia1 c'è un grande dissenso da parte delle famiglie e di tutte le agenzie educative del nostro Paese, ma il direttore della Rete risponde che la sua "mission" è vendere!
Ho letto le repliche del direttore di Italia1, Luca Tiraboschi, e dell’ideatore di Lucignolo, Claudio Brachino, alle preoccupazioni espresse dal Moige sulla nuova edizione di Lucignolo. Mi permetto dissentire da quanto dichiarato dai due dirigenti tv. Battute a parte (Tiraboschi ha detto che “dal titolo dovrebbero essere evidenti i contenuti altrimenti lo avremmo chiamato Santa Maria Gobetti”) alle quali è fin tropo facile replicare ricordando che su Italia1 non si vedono mai storie di santi (a differenza degli altri due canali Mediaset) giacché, evidentemente, li lasciano ben stare preferendo scherzare con i fanti, ma anche con i cosiddetti nani e ballerine, ciò che è più grave è il concetto di tv espresso da Tiraboschi e Brachino. Ambedue ritengono che la tv non debba essere pedagogista, né educativa ritenendo che quest’ultima spetti a famiglie e scuole.
Purtroppo non è così. Tv, ma anche internet, videogiochi e perfino videofonini propongono nei loro contenuti dei veri e propri modelli comportamentali. Piaccia o no, anche la tv è un’agenzia educativa. Il male è che troppo spesso è diseducativa. Certo famiglie e scuole, università e luoghi di ritrovo classici (ad esempio gli oratori) hanno responsabilità primarie, ma i mezzi di comunicazioni di massa non sono da meno, anzi.
Terribile poi la dichiarazione di Tiraboschi quando afferma che “la mission della tv commerciale è quella di far vendere la pubblicità agli inserzionisti”. Nel ricordare che la pubblicità mira alla seduzione per far acquistare prodotti, è evidente che i messaggi promozionali inseriti durante Lucignolo saranno destinati al pubblico più giovane, ovvero a sedurli per far acquistare loro prodotti. Insomma aveva ragione De Andrè allor quando in una sua canzone diceva “hanno il cuore a forma di salvadanaio”? E poi un dirigente di una tv commerciale non dovrebbe scordare e perdere di vista il fatto che la sua tv può stare sul mercato in virtù di una concessione pubblica. Forse qualche altro dovere, come la tutela dei minorenni, potrebbe anche rientrarci nella propria mission. Tanto più se è vero, com’è vero, quanto afferma il direttore di News Mediaset, Mauro Crippa, quando evidenzia che “Lucignolo ha il grosso merito d’intercettare il pubblico più giovane”. Invece Italia 1 e Raidue (proprio le due reti destinate ai giovani) sono quelle maggiormente oggetto di attenzioni, da sempre, da parte del Comitato di controllo Tv e minori.
Da ultimo desidero esprimere il mio disaccordo sulle scelte, confermate anche quest’anno, di avvalersi in Lucignolo di protagonisti provenienti dalla casa del Grande fratello. Ma perché non pescare tra le tante tv private locali, nell’Accademia, nelle facoltà più avanzate degli atenei o in altre realtà di studio e applicazione? Perché solo gli “esagerati” del GF? Perché sempre e solo trash?