L'incontro di venerdì scorso è stato certamente molto interessante per capire che cosa sta cambiando all'interno dei rapporti con gli adolescenti, ma soprattutto i giovanissimi.
La presentazione di una ricerca approfondita sulle realtà infantili di tre comunità: Moncalieri, Trofarello e La Loggia è stata promossa dalla Fondazione Paideia (Fanciullezza in Lingua Greca)
con risultati decisamente formativi ed anche un po' inquietanti.
Il dato di partenza usato per questa analisi sono i 10371 fanciulli dalla scuola materna alle medie, di queste tre comunità. Si è scoperto quindi che questi ragazzi vivono in una società che offre loro sempre di più in attività post scolastiche, i genitori stessi sono i primi ad impegnare allo spasimo i propri figli con un buon 80% di tempo impegnato, in attività extrascolastiche.
La scuola viene recepita dai ragazzi come protettiva fino alle elementari, mentre il passaggio alle scuole medie è già vissuto in modo più probematico. Inoltre a ciò si assomma una sempre maggiore competitività supportata spesso da sport svolti a livello agonistico e una sempre più maniacale attezione alla salute fisica e alla necessità di curarsi. Quest'ultimo aspetto è risultato, da un lato, l'esaltazione di una elevata maturità, dall'altro, un ulteriore sintomo di insicurezza generalizzata.
Questi ragazzi inoltre, risultano essere sempre più informatizzati, il 50% di questi giovanissimi, già prima di andare a scuola guarda la televisione ed in media comunque rimane incollata allo schermo per 3 ore al giorno, alla quale si deve aggiungere l'uso del cellulare, della play station e del computer. In pratica la lettura è completamente scomparsa come loro passatempo.
Stabilità familiare e tutela dell'ambiente circostante vengono infine percepiti come possibili apportatori di inquietudine. Genitori, magari anche non separati, ma che non si amano più sono ulteriore sintomo di instabilità, per non parlare di luoghi (ad alto tasso di inquinamento, rumorosi e con poco verde) che al 90% vengono considerati come non adatti a loro. Inoltre la principale loro paura, pur conoscendo tutte le attività che svolgono, è la noia e il rischio di annoiarsi; per questo le richieste che fanno sempre di più ai loro genitori sono incentrate sulle cose, su un consumismo pre-puberale che sostengono, è l'unica cosa che li potrebbe rendere più felici.
Siamo quindi di fronte ad una società sempre più spaventata, impaurita, che vede problemi ovunque e che cerca di barcamenarsi all'interno di un proprio egoismo personalistico; una società che sta trasmettendo questa paura, alle generazioni più giovani.
Unica nota di velato ottimismo è la sempre maggiore maturità delle nuove generazioni e l'attenzione che promuovono per tutto ciò che succede attorno a loro, dalla politica estera all'apertura di un nuovo parco nel loro comune.
Staff Comunicazione Davide.it
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