In difesa dei minori, un sistema di monitoraggio in chat su Facebook aiuta a scoprire i crimini prima ancora che avvengano commessi.
Un passo in più verso la sicurezza online, anche se molti obiettano sulla sua validità. Si tratta di un sistema di monitoraggio in chat in grado di scansionare le conversazioni e di riconoscere possibili reati sessuali. Ancora prima che avvengano. Il sistema, basato su algoritmi, sembra ai limiti con la fantascienza, e chi ha visto o letto Minority Report troverà immediatamente il suo referente più vicino.
Il software è formato da un archivio di nomi e indirizzi di persone condannate o sospettate di reati a sfondo sessuale, e da un database vocale sulle tecniche di approccio dei criminali sessuali, in grado di riconoscere le voci. In questo modo, il programma può scansionare le chat e selezionare quelle che, per il loro contenuto, fanno sospettare un tentativo di approccio sessuale. E a quel punto scatta la segnalazione alla polizia.
La società che utilizza questa tecnologia? Non poteva che essere Facebook.
Il banco di prova è avvenuto il 9 marzo scorso: un uomo poco più che trentenne stava chiacchierando di sesso con una tredicenne in Florida e progettava di incontrarla il giorno successivo dopo l’uscita da scuola. Il programma ha individuato il pericolo e ha segnalato la conversazione, trasmettendola al gestionale di controllo di Facebook, che ha poi deciso di avvisare la polizia locale. Gli ufficiali hanno preso il controllo del computer dell’uomo e l’hanno arrestato subito, senza aspettare che fosse colto in flagrante. Errore forse fatale. Il presunto predatore è stato infatto dichiarato non colpevole in sede giudiziaria. Già, perché al di là dell'approccio, nessun reato è stato commesso.
Sapere, però, di essere monitorati durante un'azione scorretta è sempre un ottimo deterrente. Soprattutto se si aggiunge ad altre politiche di sicurezza. Come, ad esempio, quella di “nascondere” il profilo dei minori agli adulti, anche nelle ricerche pubbliche. Solo gli amici degli amici possono inviare messaggi e solo gli amici possono chattare con loro.
In America, dove il bullismo e i reati online sono sentiti come un problema urgente, queste politiche appaiono efficaci. Ma un altro dato sconcerta. ll Centro Nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati degli USA ha comunicato che le segnalazioni di seduzione online di minori da parte di adulti nel 2011 sono state 3.638, rispetto ai 4.053 nel 2010 e 5.759 nel 2009. I reati sessuali contro i bambini sono sempre stati rari e sono ora in calo in Rete. Vuol dire dunque che la maggior parte dei crimini sessuali contro i minori non sono commessi da sconosciuti, ma da persone che i bambini conoscono già nella vita reale e di cui sicuramente si fidano.
È un problema che esula dagli schemi semplicistici e porta al centro l'esigenza di dialogo e di attenzione all'interno delle famiglie.
In ogni caso, dopo anni di scarsa attenzione, è incoraggiante il tentativo che fanno molte case produttrici di garantire la sicurezza online. Un tentativo che ben si accosta all'efficacia dei filtri e dei parental control, senza i quali tutta una parte di questo discorso risulterebbe claudicante.
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