In caso di problemi con la sicurezza, pochi minorenni utilizzano le risorse online. Troppo difficili o poco diffusi. Un problema per le internet companies, da affrontare al più presto.
Fra i vari report sulla sicurezza online, è uscito da poco un interessante documento del network EU Kids Online. Basato su oltre 25.000 interviste (genitori e ragazzi) in 25 paesi europei, parla chiaro: in caso di esperienza negativa su internet, solo il 13% di ragazzi e bambini europei ha segnalato il problema utilizzando gli strumenti predisposti. In Italia, il dato si alza al 20%: uno su cinque. C'è qualcosa che non va.
Da un punto di vista mediatico, i meccanismi di segnalazione sul web non funzionano. Secondo i ricercatori di EU Kids Online, le aziende dovrebbero occuparsene al più presto, creando strumenti maggiormente accessibili e più vicini all'utenza. A fronte di questo scarso utilizzo, infatti, il report nella prima parte sottolinea tutta una serie di pericoli a cui sono sottoposti i giovani. Nella seconda fornisce dati sulla percezione che ne hanno i genitori. Vediamo.
In Europa un ragazzo su 5 è entrato in contatto con contenuti potenzialmente dannosi, come siti che promuovono l’anoressia o il suicidio. Giovanna Mascheroni, responsabile della ricerca per l’Italia, afferma: «il 18% dei ragazzi italiani di 11-16 anni si è imbattuto in contenuti negativi su internet. In particolare le ragazze sono più esposte a siti che incitano all’anoressia e alla bulimia (10%), mentre i ragazzi si imbattono soprattutto in messaggi d’odio e contenuti razzisti (12%), in siti in cui si condividono pratiche autolesionistiche (8%) o esperienze sul consumo di sostanze stupefacenti (7%)».
Tuttavia, uno dei problemi centrali è il bullismo, cyber oppure fisico, anche se quello “virtuale” mantiene delle percentuali comunque basse. Secondo la dott.sa Mascheroni: “Fra i rischi online, il bullismo è quello che fa più soffrire i ragazzi: solo il 2% dei ragazzi italiani è stato vittima di bullismo online, ma i due terzi di chi l’ha subito ne è rimasto “molto” o “abbastanza turbato”. Ci auguriamo che le aziende e i decisori politici rispondano alle esigenze dei ragazzi rendendo internet un ambiente più sicuro”.
A farne le spese sono soprattutto i ragazzi meno consapevoli ed esperti di internet. Un dato che conferma una volta di più l'importanza della didattica in questo contesto. Insieme agli avvisi sui pericoli potenziali, andrebbero anche aggiunte le informazioni per potersi difendere in caso di incontri spiacevoli. Come raggiungere gli strumenti giusti, contattare la polizia postale, gli enti adatti, ecc. Un modello informativo che anche Davide.it si è sempre impegnato a diffondere.
Veniamo alla percezione del pericolo da parte dei genitori. Secondo le interviste, i genitori si preoccupano più dei rischi di internet che di alcool, sesso e droghe. I primi quattro motivi di preoccupazione sono:
1. Il rendimento scolastico;
2. Gli incidenti stradali;
3. Il bullismo (on e offline);
4. I crimini.
I rischi di internet – essere contattato da estranei su internet, o vedere contenuti inappropriati – sono rispettivamente la quinta e la sesta fonte di preoccupazione: un terzo dei genitori dichiara di preoccuparsi di questi rischi. Una percentuale inferiore di genitori si preoccupa del consumo di alcool o droghe, della possibilità che i figli finiscano nei guai con la polizia, o della loro attività sessuale.
Ci fidiamo del dato, anche se appare un po' disarmonico il fatto che i genitori si preoccupino solo in ultima sede dell'uso di droghe e alcool (quando, ad esempio, gli incidenti stradali sono causati molto spesso dalla loro assunzione). Frutto di una mentalità che cambia?
L'importante è fare attenzione, come sempre da entrambi le parti. E soprattutto parlare, parlare, comunicare. La famiglia è fatta per questo.
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