Segnaliamo come spunto di riflessione l'articolo di Francesco Giacalone, presente sulla rivista “Il Telespettatore” nel numero 48 di maggio/ giugno 2011, che riporta le tematiche discusse nell'arco di tre giornate di incontri e dibattiti, svolti a Salerno lo scorso maggio, riguardo la necessità di impegno e di educazione verso la nuova “cultura digitale”.
Il punto più importante toccato è stato quello inerente all'esigenza di ribadire quanto sia importante il controllo e l'educazione all'interno di famiglie, parrocchie e scuole nei confronti di un uso sempre più dilagante dei mass media nella vita di tutti i giorni, puntando l'attenzione sul bisogno di responsabilità e di difesa dei valori più importanti nonostante l'intervento molto massiccio e invasivo di tv ed Internet.
Il vicepresidente dell'Aiart Giovanni Baggio, direttore del corso di formazione sui media, mette in risalto le nuove modalità con cui i giovanissimi interagiscono tra loro, sostituendo la chat di Facebook al classico faccia a faccia. La centralità dei mass media è sotto gli occhi di tutti, permette di relazionarsi e di condividere informazioni e passioni, di organizzare incontri virtualmente, ma rende più facile la perdita di contatto con la realtà.
Per tutelare i più giovani rispetto ai pericoli e ambiguità che caratterizzano i mezzi di comunicazione( ad esempio, circolazione di virus e attacchi da parte di hacker), è essenziale- come sottolinea Mons. Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno- spronare le famiglie e tutti gli educatori fondamentali nelle loro vite ad educarli in maniera responsabile rispettando le loro libertà e rimanendo uniti nel dialogo.
È emerso che i mass media falsano il concetto di realtà che viene percepito dai ragazzi, trasmettendo spesso principi molto diversi rispetto a quelli della famiglia e della Chiesa e trasformando gli utenti in pedine da muovere in logiche di marketing che accrescono i loro profitti.
Secondo l'On. Roberto Napoli, commissario dell'Agcom, la risposta ad una media education di supervisione e difesa di valori non deve arrivare da questi mezzi di comunicazione e dai loro contenuti, ma dalle famiglie e scuole che favoriscono “l'incontro fra i giovani e il sano intrattenimento”. Inoltre Facebook non deve essere demonizzato, ma visto nella prospettiva di uno strumento che permetta di sfruttare le potenzialità del web nell'ambito della comunicazione quotidiana.
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