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Overdose di informazione riduce capacità critica 15:36 - 2 Novembre 2009

Siamo sempre più bombardati dalle informazioni e cosi perdiamo l’approccio critico alle cose della vita. La troppa informazione porta alla non-informazione e l’informazione falsa porta alla diffamazione, spesso impunita. Cosa fare allora?

Siamo sempre più bombardati dalle informazioni e cosi perdiamo l’approccio critico alle cose della vita. Tv, radio, carta stampata, internet, video-telefonini ci riempiono di dati, informazioni, notizie. La gamma delle opportunità di accesso alle notizie, specie negli ultimi anni e soprattutto grazie alla rete, è cresciuta a dismisura.

Il flusso mediatico che ci insegue, però, non garantisce un approccio critico alle informazioni sfavorito, peraltro, dall’arretramento nella fruizione della carta stampata e nella lettura. La quantità di informazioni è certamente maggiore di gran lunga rispetto al passato, arriva prima, passa velocemente, e così ci si concentra di più e passivamente sulle immagini, sulla registrazione emotiva di queste senza alcun approfondimento.

Qualche volta le emozioni sono così forti da suscitare in noi reazioni analoghe a quelle provate durante la visione di un film. L’informazione assume così i connotati del film, della rappresentazione, addirittura della finzione e in noi appunto finzione e realtà hanno una sempre più sottile linea di demarcazione. Corretto?

Senza parlare, poi, delle falsità riportate, ovvero della totale mancata verifica della fonte della notizia, della sua veridicità. Si pubblica, si buttano in pasto, specie alla e in rete, informazioni senza domandarsi se quanto riportato è vero o no. Corretto? Parlare poi delle responsabilità riferite a commenti su casi particolari coinvolgenti anche minorenni, anche se solo indirettamente, è inutile. Non c’è più alcun rispetto, a farla da padrone sono audience e scoop a discapito di tutto e tutti.

La qualità del rapporto con le fonti di conoscenza è diminuita: oggi è diffuso un assorbimento impressionistico e nozionistico a dispetto del filtro critico. E questo è ciò che ancor oggi fa o dovrebbe fare la differenza nella formazione di una preparazione di base adeguata per i nostri giovani.

Esiste un problema. A resistere, almeno in parte, sono solo gli organi d’informazione che hanno una direzione che è responsabile di tutto ciò che viene riportato, che scelgono cosa pubblicare o cosa gettare nel cestino.

La troppa informazione porta alla non-informazione e l’informazione falsa porta alla diffamazione, spesso impunita. Cosa fare allora? Urge un intervento del Parlamento che favorisca l’emanazione di nuove regole, anche stringenti. Ma non basta: gli organi d’informazione dovrebbero favorire una miglior selezione delle notizie da fornire e soprattutto garantire spazi soprattutto ed anche alla cosiddette buone notizie. Ce ne sono molte, ma faticano a venir fuori, eppure oltre che informare bisogna pensare anche a formare i cittadini, cosa più facile da realizzare con le buone notizie.

Daniele Damele



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