Presentata una dichiarazione scritta al parlamento Europeo sull'aumento esponenziale della pedofilia on line. Iniziativa interessante ma non priva di punti critici.
Una dichiarazione scritta sull'aumento esponenziale della pedofilia online è stata presentata al Parlamento Europeo da Cristiana Muscardini, Gerardo Galeote, Anna Záborská, Roberta Angelilli e Daniel Daianu.
Nel testo della dichiarazione si legge:
A. considerando che la pedofilia aumenta in Europa e che, secondo il rapporto di Telefono Arcobaleno, il 92% dei minori sfruttati è di origine europea, il 61% dei clienti è europeo, e l'86% dei materiali pedofili rilevati in rete e il 52% dei siti pedofili su Internet sono in Europa; che dal 2003 al 2007 il materiale pedofilo è aumentato del 131,65%,
B. preoccupato per il fatto che l'età dei minori sfruttati in rete si è abbassata ulteriormente, mentre sono aumentati gli strumenti tecnologici dei pedofili (video e filmati), il numero degli adepti di questo squallido commercio e quello dei minori violentati e spariti,
C. considerando che l'accesso ai siti pedofili può avvenire attraverso la contraffazione di prestigiosi marchi commerciali, di siti istituzionali, di università e sindacati; che la rete universale è libertà e progresso ma, senza regole mirate, diviene veicolo privilegiato della criminalità,
1. chiede al Consiglio e alla Commissione una regolamentazione nell'Unione che impedisca, con una Centrale unica europea, la diffusione di siti pedofili, e preveda l'introduzione dell'obbligo da parte degli Isp-host (Internet Service Provider) di controllare preventivamente quanto viene messo in rete oscurando i siti pedofili.
2. sollecita il Consiglio ad armonizzare ed accelerare, in tema di pedofilia, i tempi dei processi,
3. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, al Consiglio e alla Commissione.
Il dilagare della pedofilia on line è un'emergenza che senz'altro deve essere affrontata con sempre maggior determinazione, i dati lo confermano.
La proposta di introdurre l'obbligo da parte degli Isp-host (Internet Service Provider) di controllare preventivamente quanto viene messo in rete è però impraticabile per diverse ragioni: controllare ogni giorno tutti i nuovi contenuti inseriti su tutti i siti è una mole di lavoro molto ingente per un Internet Service Provider. Servono inoltre specifiche competenze per decidere quale materiale deve essere oscurato e quale può invece essere lasciato passare. Questo è un compito che piuttosto deve essere affidato alla Polizia Informatica. Gli Internet Provider che non possono in alcun modo assumere il ruolo di "sorveglianti" della rete, non hanno competenze per distinguere i contenuti, svolgono un ruolo puramente tecnico.
Sarebbe come chiedere alle compagnie telefoniche di controllare tutte le telefonate che passano sulle loro reti e bloccare a loro discrezione quelle "pericolose".
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