Il filtro per navigare sicuri su Internet non deve mai essere usato come strumento di censura o repressione, ma come un sistema PREVENTIVO.
Alcuni ragazzi vivono con insofferenza e disagio l'imposizione di un filtro che impedisce la visione di convenuti non adatti su Internet. Soffrono per quella che vedono come una mancanza di fiducia nei loro confronti.
Queste le parole di Fabio, 14 anni, che scrive a "Città nuova" (n. 24 - 2007):
<< Stavo navigando in cerca di notizie su un gruppo che mi piace quando è comparso un messaggio sul computer una "protezione" perché "è un mondo con troppi pericoli". Pericoli?! Quello che è chiaro è che non hanno fiducia in me. Io penso di sapermela cavare benissimo senza stupidi controlli. Ma come faccio a convincere i miei?>>
I ragazzi devono essere informati sul funzionamento del filtro e condividerne l'uso. Il filtro dei contenuti di Internet può essere usato in modo repressivo oppure in un sistema preventivo in una “rete umana” educativa.
Nel primo caso i ragazzi indispettiti dal blocco dei contenuti si mettono in sfida con il filtro vissuto come “censura” ed attuano meccanismi di contrasto tali da vanificare l’effetto positivo dello stesso. La rete filtrata non deve essere vissuta dal minore come censura robotizzata e impersonale ma come protezione attiva.
Per questo Davide.it affianca l’azione di blocco dei contenuti con strumenti di dialogo e persone preparate e capaci in modo che i ragazzi possano esprimere interrogativi, dubbi e riserve e ricevere risposte adeguate e tempestive.
Per saperne di più:
http://www.davide.it/filtro/prevenzione.php (http://www.davide.it/filtro/prevenzione.php)
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